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Il caso: l’intermediario finanziario infedele e l’abuso di mandato

  • admin
  • 26 Gennaio 2021

Dopo la sentenza favorevole ottenuta in primo grado dal nostro studio con i soci Enrico e Luigi Follieri, approda in Corte d’Appello una complessa vicenda in materia di intermediazione finanziaria dal notevole impatto giuridico, economico e umano.

Oggetto della questione, l’accertamento della responsabilità di un intermediario finanziario che in un primo tempo, ha avvicinato una famiglia molto facoltosa composta soltanto da moglie e marito, sino ad entrarne nelle grazie e farsi adottare, approfittando della fiducia che la donna (poi madre adottiva) ha riposto in lui durante un lungo periodo di malattia del marito, poi deceduto.

L’intermediario era così riuscito a gestire tutte le ingenti risorse finanziarie della famiglia, aprendo conti cointestati a sé e alla madre adottiva e spostando grandi quantitativi di denaro sino quasi a farne sparire le tracce.

Grazie all’intervento dello studio,  si è riusciti ad assicurare alla signora delle chance di recupero effettivo, con l’ottenimento di un sequestro conservativo sul patrimonio dell’intermediario finanziario (accolto e poi confermato a seguito del reclamo) per l’ingente somma di 5 milioni di Euro.
Poi, a seguito del giudizio di primo grado, si è giunti alla sentenza del Tribunale di Foggia (n. 532 del 17 marzo 2020) che ha confermato la responsabilità del soggetto per l’abuso del mandato gestorio ricevuto dalla famiglia con la condanna di circa 2 milioni di euro, oltre accessori.
Gli elementi più complessi della vicenda, dal punto di vista giuridico, sono stati:

  • far accertare (e quindi fornire la prova del) la responsabilità del soggetto, comparso nel giudizio davanti al Tribunale non solo in qualità di mandatario, ma anche di figlio adottivo,
  • ricostruire la situazione contabile della famiglia, non possedendo la nostra assistita i documenti in merito ed avendo lei firmato fogli in bianco successivamente riempiti con dichiarazioni di quietanza e/o di ratifica dell’operato del convenuto.

Ad oggi la vicenda pende davanti alla Corte d’Appello.
Vi terremo aggiornati!

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